I jihadisti e il giro d’affari dei sequestri colpiscono ancora: un gruppo armato ha preso di mira un istituto nello Stato di Kebbi. Dispersi studenti e insegnanti
Ancora violenza in Nigeria: un gruppo di uomini armati ha attaccato questa mattina una scuola nello Stato di Kebbi. Come riporta Reuters sulla base della testimonianza di uno dei professori, Usman Aliyu, i terroristi hanno ucciso un’agente di sicurezza e rapito oltre 80 studenti e cinque insegnanti. Non è ancora stato fornito dalla polizia locale alcun bilancio sugli studenti dispersi dell’istituto nel Nord Ovest del Paese.
Quello di oggi è solo l’ultimo caso dell’escalation di attacchi che sta colpendo la Nigeria. Nei mesi scorsi in centinaia sono stati sequestrati dai gruppi di Boko Haram e di Iswa (Stato Islamico dell’Africa occidentale); in particolare ad essere colpiti sono molto spesso i luoghi d’istruzione. Gli assalti, prima concentrati nella zona nordorientale del Paese, si stanno ora espandendo anche nella zona settentrionale e nordoccidentale, come oggi.
Tra gli ultimi eventi simili si ricorda a fine maggio il rapimento di 136 bambini di una scuola coranica della città di Tegina, dopo che un gruppo armato è arrivato nei pressi dell’istituto privato a bordo di motociclette sparando all’impazzata. Gli 80 studenti di oggi si aggiungono agli oltre 730 rapiti dallo scorso dicembre. Il caso più conosciuto è quello del rapimento di 276 studentesse nel 2014, molte poi liberate dietro riscatto o fuggite dalle grinfie dei terroristi di Boko Haram. La Nigeria, tra i Paesi più popolosi del continente africano, è teatro di una ribellione jihadista che dal 2009 ha causato più di 40 mila morti.
Il motivo per cui sono proprio i bambini e gli adolescenti ad essere presi di mira sembrerebbe essere di natura economica. Secondo i dati raccolti dalla società di consulenza nigeriana SB Morgan, infatti, dal marzo 2011 al maggio 2020 i riscatti dei sequestri hanno fatto intascare ai rapitori l’equivalente di oltre 15 milioni di euro. Questo fenomeno, dunque, è diventato un vero e proprio giro di affari. Ma nel frattempo sono sempre di più le famiglie che decidono di rinunciare all’istruzione dei figli, o di ritirarli dalle scuole, per garantirne la sicurezza.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/EPA
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