Il 17enne reo confesso dell’omicidio di Chiara, la 15enne di Valsamoggia ritrovata senza vita in un campo vicino casa, è al momento considerato imputabile
Ad uccidere Chiara sono state le coltellate. Questa è quanto emerso dal referto del medico legale Emanuela Segreto dopo l’autopsia sul corpo della 15enne trovata senza vita accoltellata a Monteveglio, nel territorio di Valsamoggia in provincia di Bologna, dove viveva insieme ai genitori. Sono stati due i colpi inferti a rivelarsi fatali ma prima il suo corpo è stato martoriato da una serie di fendenti, sferrati al petto e al collo con un coltello da cucina, e colpita anche da calci. A conclusione dell’esame la Procura ha emesso il nulla osta per permettere alla famiglia della giovane di darle l’ultimo saluto. I funerali si terranno mercoledì alle ore 17 nella chiesa di Monteveglio.
Il 17enne in stato di fermo per l’omicidio di Chiara Gualzetti “appare capace di intendere e di volere” soprattutto rispetto “a un reato il cui concetto illecito è di immediata percezione“. È quanto si legge nella convalida d’arresto emessa dal gip del tribunale per i minorenni di Bologna, Luigi Martello, il quale ha sottolineato come il ragazzo abbia messo in atto “lucidi e freddi tentativi di nascondere le tracce del delitto e di negare le responsabilità“. «Avevo provato l’impulso ucciderla due giorni prima, ma ho desistito perché c’erano altri. Ho fatto fatica a trattenermi, ma poi ho promesso al Demone di agire sperando mi lasciasse in pace un po’ – avrebbe dichiarato il ragazzo durante l’interrogatorio». E ancora: «ho lavato le scarpe prima che le vedesse mia madre, ma mi accorgo ora che ci sono ancora delle macchioline di sangue». Per il giudice l'”estrema violenza e determinazione” e soprattutto l'”incapacità di autocontrollo” dell’indagato rappresentano due elementi che rendono elevato il rischio di reiterazione del reato. E ancora, Martello sottolinea l’inconsistenza delle motivazioni del gesto e comunque l’assenza di ragioni di contrasto con la vittima.
Nel fascicolo delle indagini sono state inserite anche alcune immagini provenienti da una telecamera di sicurezza che mostrano Chiara e l’amico abbracciarsi davanti l’abitazione di lei. Nel video la ragazza corre verso l’ingresso, forse per dire ai genitori che sta uscendo, per poi verso la collina dove, a meno di un chilometro da lì, si svolgerà il delitto. Nel motivare l’applicazione della custodia in carcere, il gip ha sottolineato anche la “mancanza di scrupoli, di freni inibitori, di motivazioni e segnali di resipiscenza” come emergerebbe “dal tenore dei messaggi vocali inviati a un’amica subito dopo i fatti” in cui dice di aver ucciso Chiara.
La seconda confessione del giovane, rilasciata durante l’interrogatorio per la convalida dell’aresto, coincide con la prima ma aggiunge nuovi dettagli. «Una ricostruzione inoppugnabile, una storia a dir poco raccapricciante, sia per i numerosi dettagli macabri e cruenti sia per la freddezza del racconto sia per il movente, che può apparire sotto certi aspetti incredibile e sotto altri estremamente inquietante» – si legge nel documento del gip.
«Ricordo che non moriva e mi sono stupito di quanto fosse resistente il corpo umano» – avrebbe detto il giovane, ribadendo la presenza delle figure demoniache che gli parlavano, soprattutto Samael, l’angelo del giudizio “con cui parlo da molto tempo e che ho anche visto, un uomo di fuoco“. Già durante gli interrogatori precedenti il reo confesso aveva detto di sentirsi come nella serie Netflix Lucifer, di cui era appassionato.
La famiglia del 17enne si dice senza parole. «Sono come in una bolla – ha detto la madre. – Mio figlio non ha mai fatto del male a nessuno, stavamo cercando di risolvere il problema degli scatti di rabbia». Nel corso dell’inchiesta è infatti emerso che il giovane era seguito da uno psicologo, che a sua volta aveva consigliato ai genitori di portarlo da uno psichiatra. A spingere la famiglia verso il consulto di uno specialista erano stati alcuni segnali di disagio manifestati recentemente dal ragazzo. La sorella, invece, dice di sentirsi “spezzata in due dal dolore” e ha voluto rendere noto che la loro assenza alla fiaccolata per Chiara “non è indifferenza, piuttosto una forma di rispetto per i genitori della ragazza e per la loro sofferenza“.
Alla fiaccolata organizzata in memoria di Chiara erano presenti almeno 1500 partecipanti, l’intero paese di Monteviglio. In prima fila c’erano i genitori della 15enne: «mi affido alla giustizia, ho fede nella giustizia e la voglio per mia figlia. Io e mio marito vi ringraziamo tutti per questo abbraccio che ci avete dato, per la forza che ci date» – ha detto la madre, commossa.
Il ragazzo di 17 anni era stato tra i primi sentiti dalle forze dell’ordine subito dopo il ritrovamento del corpo della ragazza ma le sue versioni sull’accaduto apparivano contraddittorie. Da qui la decisione di fermo seguita da un lungo interrogatorio in cui il 17enne aveva ammesso il delitto dicendo di averlo compiuto sulla base di una “spinta superiore”, “una presenza demoniaca che lo spingeva a compiere atti sempre più violenti verso le persone”. Ai magistrati, inoltre, aveva raccontato di “essere infastidito dalle avance” di Chiara che avrebbe avuto per lui un interesse sentimentale non corrisposto.
Il racconto è stato al vaglio della Procura per i minorenni di Bologna, che sta valutando un accertamento psichiatrico, ma per il momento l’ipotesi d’accusa formulata nei confronti del ragazzo è di omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla minore età della vittima. Secondo gli inquirenti, coordinati dalla procuratrice Silvia Marzocchi e dal pm Simone Purgato, il 17enne aveva dato appuntamento a Chiara con l’intenzione di ucciderla, portando con sé l’arma del delitto. Il coltello è stato ritrovato nell’abitazione del ragazzo, insieme ad alcuni abiti sporchi di sangue e il cellulare della 15enne. Secondo i carabinieri il 17enne era in procinto di disfarsene ma ora sugli oggetti sequestrati saranno disposte le analisi del sangue e del DNA.
L’indagato ha raccontato agli inquirenti di aver agito da solo: avrebbe portato Chiara ai margini del bosco nel parco dell’Abbazia di Monteveglio e lì l’avrebbe uccisa, domenica scorsa, lasciando il cadavere dove è poi stato ritrovato. Si attende l’autopsia per verificare i tempi e le modalità del delitto. Il 17enne, inoltre, ha cancellato alcune chat prima di essere rintracciato dai carabinieri che ora hanno sequestrato i telefoni per ricostruire i rapporti tra i due e i messaggi che si sono scambiati.
Domenica mattina intorno alle ore 9 Chiara era uscita da casa senza dire nulla a nessuno. Nel pomeriggio i genitori, non vedendola rientrare, hanno dato l’allarme rivolgendosi ai carabinieri della Stazione di Bazzano. Dopo le prime ricerche senza successo, il sindaco di Valsamoggia, Daniele Ruscigno, aveva lanciato un appello sui social chiedendo alla comunità di fornire eventuali segnalazioni di avvistamenti. L’appello, largamente condiviso, purtroppo è stato inutile: nel pomeriggio di lunedì i soccorritori volontari coordinati dalla Prefettura di Bologna hanno ritrovato il suo corpo senza vita a qualche centinaio di metri dalla sua abitazione, in un campo del parco regionale dell’Abbazia di Monteveglio, ai lati del bosco. Subito allertati i carabinieri di Borgo Panigale, a dare la notizia ufficiale del ritrovamento è stato lo stesso primo cittadino: «è stato ritrovato senza vita il corpo di Chiara – ha scritto sulla sua pagina Facebook. – Durante le ricerche sul campo avviate nel pomeriggio da parte di tutte le autorità competenti, favorite da un numeroso gruppo di volontari cittadini che ringrazio. Una tragedia per tutta la famiglia e per l’intera comunità. Le indagini sulle cause del decesso sono in corso».
Sul corpo della giovane sono state trovate profonde ferite da taglio sul collo e sul torace. L’ipotesi sin da subito vagliata dagli investigatori era stata quella di un incontro con un amico e il 17enne ora indagato era stato l’ultimo a vederla viva. I carabinieri hanno dunque cercato di ricostruire le ultime ore di Chiara e i suoi contatti, concentrandosi in particolar modo sui social network dove Chiara condivideva le sue giornate e i suoi pensieri e sulle chat con gli amici. Il racconto dell’indagato ha, inoltre, confermato che il corpo della ragazzina non è mai stato spostato dal luogo del ritrovamento, ma ci si chiede come mai nessuno l’abbia visto: la zona infatti è ricca di sentieri e molto frequentata e la scorsa domenica non ha fatto eccezione.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA