Alternativa continua ad opporsi così come Fdi, a favore Fi mentre il M5S si ricompatta
È arrivato ieri nella notte il sì della Camera sulla fiducia alla riforma della giustizia firmata dalla ministra Cartabia (leggi qui). Al momento del secondo turno, hanno votato a favore 458 deputati contro 46 e una sola astensione. Il Governo, dunque, si porta a casa sia la prima fiducia posta sull’articolo 1 del ddl di riforma del processo penale – 462 voti a favore, 55 contrari e una astensione, i presenti erano 518, i votanti 517 – che la seconda posta sull’articolo 2, che autorizza la delega al Governo per la revisione delle norme sull’efficienza del processo penale, nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari. Questa mattina sono ripresi i lavori in vista del voto finale al provvedimento.
Come già domenica sera, anche ieri i deputati di Alternativa hanno protestato contro la riforma esponendo cartelli con su scritto “Impunità di gregge” e “Cartabianca per i ladri“. «Il compromesso partorito in Cdm – ha affermato il deputato Francesco Forciniti – è un accordo al ribasso che non salva nulla anzi peggiora la situazione. La riforma Cartabia fa schifo. Siete falsi e ai falsari che falsari che ci chiedono di votare la fiducia noi rispondiamo no. Ci fa schifo questa riforma Cartabia e lo vostra visione di Paese».
A favore, invece, gli azzurri: «il governo Draghi, nato con il contributo decisivo di Forza Italia, oggi consente di ripristinare principi cardine della nostra civiltà giuridica quale quello della ragionevole durata dei processi, abbandonando definitivamente l’irricevibile ‘fine processo mai’ – ha dichiarato il deputato di Forza Italia Pietro Pittalis, intervenendo per annunciare il sì del gruppo alla fiducia sulla riforma della giustizia. – Si tratta di un sì convinto a un governo di cui possiamo dirci soddisfatti. Questa riforma supera e azzera le norme introdotte dai governi Conte, soprattutto per quanto riguarda la prescrizione. La riforma Cartabia rappresenta la risposta più eloquente di contrasto al populismo penale, al giustizialismo, allo smantellamento delle garanzie, alla delegittimazione della difesa».
Dall’altro esponente del centrodestra, Fratelli d’Italia, invece, arriva il secco no. «Ci ha deluso molto constatare l’assenza del ministro Cartabia, è stata una mancanza di rispetto nei confronti del Parlamento che non ci aspettavamo dall’ex Presidente della Corte costituzionale. Se su una riforma così importante non si sente neppure il dovere di salvare la forma venendo in Aula e facendo almeno finta di ascoltare e discutere significa che si sta perdendo il senso della sacralità delle Istituzioni – ha affermato Ciro Maschio, deputato di Fdi, intervenendo in Aula. – Il nostro è un no perché questa riforma é un’occasione sprecata, un pasticcio giuridico, uno svuotacarceri mascherato, in cui viene minata l’obbligatorietà dell’azione penale, la certezza della pena».
Si è, invece, ricompattato il fronte del Movimento 5 Stelle. Dopo le defezioni e i voti di dissonanza all’interno del gruppo, ieri la percentuale dei pentastellati che ha partecipato al voto è salita dal 66,04% di domenica sera sulla pregiudiziale di costituzionalità all’87,42% di stanotte sulla prima fiducia. Solo in 13, su 159, non hanno preso parte al voto: l’ex sottosegretario alla Giustizia, Vittorio Ferraresi, insieme ai colleghi D’Arrando, Iorio, Mammì, Parentela, Segneri, Buompane, Federico, Frusone, Lorenzoni Gabriele, Misiti, Pignatone e Vianello. In generale, il voto più numeroso in percentuale è stato quello del Pd, con l’89,5%.
Poco prima del voto era stato l’ex premier Giuseppe Conte, leader in pectore del M5S, a rassicurare la Guardasigilli preventivando forse qualche astensione ma nessun voto contrario. «Arriviamo a questo voto con la coscienza pulita e il M5S sarà compatto sul sì» – dice Conte. Una rassicurazione che diventa anche un modo di cementificare la sua leadership mentre sul web si tiene la votazione degli iscritti al nuovo Statuto del Movimento.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA