“Parole antisemite”: le scuse di Michetti

Il candidato sindaco di Roma: “ho usato con leggerezza termini che alimentano pregiudizi”

«Nonostante abbia con fermezza condannato ogni forma di discriminazione razziale, mi rendo conto che in quell’articolo ho utilizzato con imperdonabile leggerezza dei termini che alimentano ancora oggi storici pregiudizi e ignobili luoghi comuni nei confronti del popolo ebraico. Per questo mi scuso sinceramente per aver ferito i sentimenti della Comunità Ebraica».

Con queste parole il candidato sindaco del centrodestra a Roma, Enrico Michetti, si scusa e risponde alle accuse mosse dal deputato dem Emanuele Fiano.

A pochi giorni dal ballottaggio che deciderà le sorti del Campidoglio di Roma (leggi qui), infatti, Fiano aveva attaccato Enrico Michetti per aver pronunciato “parole antisemite” in un articolo pubblicato nel 2020.

Il candidato primo cittadino della Capitale, pur esprimendo “massimo rispetto” per le vittime dell’Olocausto, si sarebbe chiesto “perché la stessa pietà e la stessa considerazione” non venisse rivolta, ad esempio “ai morti ammazzati nelle foibe” o “nei campi profughi“. Poi avrebbe azzardato: «forse perché non possedevano banche, forse perché non appartenevano a lobby capaci di decidere i destini del pianeta…».

Parole che, subito dopo l’inchiesta che metteva in luce presunti rapporti tra Fratelli d’Italia e il neofascismo (ne abbiamo parlato qui), trovano una condanna generale. «Le parole di Michetti sono pericolose e nascondono un inquietante pregiudizio» – commenta la presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello.

E proprio sulla risposta avanzata da Giorgia Meloni, tornano il Pd e il M5S.

«Meloni fa finta di non capire: nella sua intervista non c’è alcuna condanna del fascismo né l’intenzione di chiudere con quel mondo che ancora si ispira agli orrori del Ventennio. C’è invece la presunzione di mettere sullo stesso piano fascismo e comunismo. Come se non conoscesse la storia del nostro Paese e il ruolo dei comunisti italiani per la conquista della libertà e la costruzione della democrazia. Per una che vorrebbe guidare il Paese non solo è ormai tardi ma è ancora davvero troppo poco» – ha dichiarato Andrea De Maria, deputato Pd.

«Sul fascismo ha detto parole definitive un uomo che lo aveva subito, Sandro Pertini. Spiegò che il fascismo non è un’opinione ma un crimine. In commissione Giustizia abbiamo avviato l’iter della proposta di legge contro l’uso di simboli e immagini che possano propagandare le idee nazifasciste: è un testo di iniziativa popolare sostenuto dal sindaco di Sant’Anna di Stazzema Maurizio Verona al quale personalmente tengo molto e che credo debba essere condiviso da ogni forza democratica. La leader di FdI Giorgia Meloni, impegnata in questi giorni a prendere le distanze da personaggi e vicende raccontate nel video di Fanpage, è disposta, in concreto, a sostenere questa proposta?» – gli ha fatto eco Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia della Camera, deputato M5S.

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA

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