Il meeting straordinario convocato da Draghi con i rappresentanti dei Paesi membri, dei Paesi ospiti, di Onu e Ue
Si è concluso il G20 sulla crisi umanitaria in Afghanistan voluto dal premier Mario Draghi (leggi qui), tenutosi in videoconferenza.
I temi, come annunciato su Twitter da Palazzo Chigi, sono stati l'”urgente sostegno umanitario per la popolazione afghana; lotta al terrorismo; libertà di movimento all’interno del territorio e frontiere aperte“.
Mario Draghi ha definito il meeting “un successo” perché i leader hanno dato una risposta “multilaterale alla crisi afghana“.
«C’è la consapevolezza che l’emergenza umanitaria è gravissima – ha esordito il premier. – C’è gran disponibilità ad agire, c’è stata sostanzialmente una convergenza di vedute sulla necessità di affrontare l’emergenza umanitaria».
Draghi ha proseguito rendendo noto che da parte di quasi tutti i leader partecipanti è emersa la necessità di riuscire ad arrivare ad una posizione unificata. In particolare, ha fatto sapere che sarà raggiunto “un mandato alle Nazioni Unite, di tipo generale, per il coordinamento della risposta e per agire anche direttamente“.
La questione principale evidenziata durante il G20 straordinario è stata il bisogno di impedire il collasso economico del Paese, impedendo quindi il crollo dei sistemi di pagamento e il salvataggio del sistema bancario rimasto in piedi. Diverse poi le necessità richiamate: continuare la lotta contro il Covid-19, far sì che l’aeroporto di Kabul rimanga operativo, coinvolgere i Paesi limitrofi, “dare ordine e visibilità” ai movimenti migratori al momento senza coordinamento.
Come già precedentemente annunciato e poi confermato dal premier, “è stato toccato da tutti il problema dei diritti delle donne, di garantire loro il diritto all’istruzione e di non tornare indietro di 20 anni“.
Infine, interrogato sull’assenza dei presidenti cinese e russo, Xi Jinping e Vladimir Putin, Draghi ha detto che non era a conoscenza di “motivi particolari di politica estera“.
Durante l’incontro è emerso che la Commissione Ue ha annunciato lo stanziamento di un miliardo di euro in aiuti per la popolazione afghana (leggi qui l’approfondimento su Business24). «Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare un grave collasso umanitario e socio-economico in Afghanistan. Dobbiamo farlo in fretta – ha sottolineato la presidente della commissione Ursula von der Leyen. – La situazione in Afghanistan, spiega la Commissione, si sta deteriorando, ponendo centinaia di migliaia di afghani a rischio con l’inverno in arrivo. Siamo stati chiari sulle nostre condizioni per qualsiasi impegno con le autorità afghane, compreso il rispetto dei diritti umani – ha proseguito. – Ma il popolo afghano non deve pagare il prezzo delle azioni dei talebani. Questo è il motivo per cui il pacchetto di sostegno afghano è per il popolo afghano e per i Paesi limitrofi che hanno fornito i primi aiuti».
Anche il titolare della Farnesina, Luigi Di Maio, aveva fatto sapere di aver richiesto nuovi fondi per il Paese, per “trovare un meccanismo per finanziare lo Stato senza dare soldi ai talebani, per evitare che abbia un tracollo economico“.
Il presidente Usa Joe Biden avrebbe, nel corso del meeting, sottolineato la necessità di difendere i diritti umani e annunciato lo stanziamento di 300 milioni di dollari per l’emergenza umanitaria, come reso noto da Draghi.
Sul fronte dei flussi migratori, perentorio è stato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, intervenuto in riunione. «La Turchia non può permettersi un nuovo flusso di migranti dall’Afghanistan, ne sarebbero colpiti anche i Paesi europei» – ha affermato, prima di proporre la formazione di un gruppo di lavoro sulla migrazione presieduto da Ankara nell’ambito della prossima presidenza indonesiana del G20. «La migrazione è un problema globale» – ha aggiunto, esprimendo inoltre la volontà di “dare ai talebani la direzione affinché formino un Governo inclusivo“.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA