
Il ministro della Transizione ecologica sugli accordi: “un po’ di delusione sul fondo da 100 miliardi per i Paesi poveri”
Questa mattina il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha commentato l’accordo sul clima raggiunto alla Cop26 di Glasgow (dai un’occhiata qui).
«In questo periodo durissimo passato a Glasgow – ha detto ai microfoni di 24Mattino su Radio 24 – ho maturato che è l’impianto del vertice che forse va ripensato: 195 Stati, dalla piccole isole che stanno affondando nell’oceano ai Paesi da 1,3 miliardi di abitanti che hanno un’economia fossile; trovare un compromesso in un unico risultato valido per tutti, credo sia evidente, è quasi impossibile».
Sugli accordi ha detto: «abbiamo ottenuto un risultato importante, che è stato sviluppato dall’Italia: tutti i Paesi, compresi Cina e India, hanno accettato di aumentare l’ambizione: non più due gradi di riscaldamento globale a metà secolo ma 1,5 gradi, questo mezzo grado è fondamentale, potrebbe davvero fare la differenza. Questo è un risultato buono e importante, partito dal G20 che la Cop ha recepito e che tutti hanno firmato. Per firmare questa cosa ci hanno detto ‘però, in questo momento la tempistica di abbattimento del carbone’ – di fatto non più un abbattimento ma una cessione più lenta – ‘la dobbiamo stabilire noi’, se avessimo detto no, non avrebbero firmato» – ha spiegato.
Ha poi sottolineato: «in questa Cop sono state anche stabilite delle regole, delle procedure di trasparenza che dovranno consentire già da domani di gestire meglio gli aiuti finanziari ai Paesi vulnerabili. Una cosa che mi ha deluso è che non siamo riusciti ad arrivare bene ai 100 miliardi promessi ai Paesi vulnerabili dal 2015, c’è un problema di finanza. La finanza deve essere solidale: adesso dobbiamo dare, non dobbiamo pensare di guadagnare sul clima. È questo un aspetto su cui forse bisognerà riflettere a lungo».
Sull’Italia ha aggiunto: «quest’anno abbiamo fatto un sforzo senza precedenti, erano cinque anni che le nostre cifre erano costanti, circa mezzo miliardo di euro, quest’anno le abbiamo triplicate».
Infine, sulla posizione mantenuta dagli attivisti per il clima, ha concluso: «capisco che gli attivisti debbano tenere l’attenzione alta, d’altro canto 194 Stati che per due settimane cercano di trovare una soluzione anche dire che è un ‘bla, bla, bla’. Purtroppo si chiamano regole, democrazia. Lasciamo perdere le polemiche, quelli che lavorano, che hanno studiato si trovano di fronte problemi di portata storica e le soluzioni non sono semplici né a portata di mano. Questa è una sfida epocale, l’umanità non ha mai dovuto affrontare una sfida del genere: attenzione a non semplificare troppo da una lato e dall’altro a non avere troppe aspettative».
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/EPA/FILIPPO ATTILI