Dad per non vaccinati: il fronte del no da Lega a M5S

Contrari alla proposta anche Fratelli d’Italia e sindacati, che domani incontreranno il ministro Bianchi, intenzionato a “tutelare la didattica in presenza”

Fra il 7 e il 10 gennaio riapriranno le scuole e domani, martedì 4 gennaio, i sindacati scolastici incontreranno il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Sul tavolo le modalità di riapertura che si è già detto intenzionato a “tutelare la didattica in presenza” (lo abbiamo visto qui). La decisione verrà presa nel Consiglio dei Ministri di mercoledì 5.

La proposta delle Regioni, sulla quale il Governo sembra ragionare, è quella di mantenere la scuola in presenza fino a un massimo di due contagiati in classe e solo per gli alunni vaccinati. Un discorso che si applicherebbe a elementari e medie in seguito all’avvio della campagna vaccinale 5-11.

L’idea però non piace alla pentastellata Barbara Floridia, sottosegretaria all’istruzione, secondo cui è impensabile “discriminare i bambini, prevedendo per alcuni la dad e per altri la frequenza in presenza“. Le fanno eco i colleghi di partito in Commissione Cultura, che rilanciano invece un impegno per “aumentare la sicurezza nelle scuole“, stanziando “più risorse” e definendo “nuovi protocolli per la gestione delle quarantene“.

Dello stesso parere la Lega, che esclude la possibilità di “lasciare a casa da scuola 3 milioni e mezzo di bambini a gennaio“, premendo su areazione e mascherine, oltre che rafforzando il sistema di tracciamento che però, dato l’ingente aumento di contagi, è sempre meno immediato.

Una “follia discriminatoria e inaccettabile” anche per Fratelli d’Italia quella di prevedere percorsi differenti per vaccinati e non vaccinati, anche dato che la campagna per questa fascia d’età è cominciata da poco.

Proprio per questo motivo il governatore De Luca starebbe pensando a introdurre un mese di didattica a distanza in tutte le scuole elementari e medie della Campania, così da permettere alla campagna vaccinale di procedere: “serve pazienza“.

L’idea di un sistema “misto” di dad e presenza non convince nemmeno la segretaria di Cisl Scuola Maddalena Gissi che domani incontrerà il ministro. «È sicuramente difficile individuare una soluzione generalizzabile ma nessuno si sottrarrà» sostiene Gissi, paventando un “percorso formativo che rischia l’iniquità“.

di: Marianna MANCINI

FOTO: EPA/FABIO FRUSTACI / POOL

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