Zelensky a Scholz: intensifichiamo le sanzioni

Di Maio: la Nato non può entrare in guerra

Il conflitto in Ucraina ha riaperto una ferita di lunga data la Nato, che sta attraversando una “trasformazione fondamentale“, ha aperto una discussione interna sulla propria strategia difensiva. Anche per questo motivo la Nato ha annunciato di star lavorando a piani per schierare una presenza militare permanente ai confini dell’Alleanza.

Lo ha dichiarato ieri sera il segretario generale Jens Stoltenberg che, evidenziando le “conseguenze a lungo termine” del conflitto, ha chiesto ai comandanti militari di fornire opzioni “per un adattamento a lungo termine della Nato“, in modo da affrontare una “nuova normalità per la sicurezza europea“.

Un nuovo monito per l’Occidente arriva anche dal presidente ucraino Zelensky, secondo cui l’invasione russa “è una catastrofe che colpirà tutti inevitabilmente” e sarebbe diretta non soltanto all’Ucraina ma all’Europa intera. «Siamo pronti a lottare e nello stesso tempo cercare strade diplomatiche per mettere fine a questa guerra» ha ribadito il presidente.

Proprio ieri Zelensky ha incontrato il premier britannico Johnson che ha promesso l’invio di ulteriori armamenti per la difesa del Paese (qui).

Il premier ha ribadito che in funzione dei negoziati sarà necessario rafforzare la propria “posizione a Mariupol” e “nell’est del Paese“, così da ottenere “vantaggi nel dialogo con la Federazione russa“. Zelensky ha ribadito anche che la fine del conflitto non può che passare “in base alle nostre condizioni. Le condizioni dell’indipendenza“.

«Sono sicuro che la gente, anche chi ha perso qualcosa o dei figli, sono sicuro che non sarà soddisfatta con una pace qualunque a qualunque condizione» conclude.

Rispetto ai negoziati, Zelensky ha ribadito che “nessuno vuole negoziare con una persona o con persone che hanno torturato la nostra nazione. Questo è comprensibile“, ma “noi non vogliamo perdere le opportunità, se le abbiamo, di una soluzione diplomatica“.

Intanto il Wall Street Journal riporta la notizia che la Cina starebbe accelerando lo sviluppo di armi nucleari; la decisione avrebbe lo scopo di agire da deterrente per l’ingerenza statunitense tanto nello scacchiere ucraino quanto in un eventuale conflitto in Taiwan.

Le fila del discorso di Stoltenberg sono riprese anche da Di Maio: «noi non lavoriamo ad interventi diretti della Nato. La Nato non può entrare in guerra perché tutti siamo d’accordo che dobbiamo evitare una terza guerra mondiale» ha dichiarato oggi.

Il titolare della Farnesina ha ribadito l’impegno militare ai confini dell’Europa dove “stiamo potenziando tutti gli strumenti di deterrenza che servono a scoraggiare Putin  ad avvicinarsi ai confini dell’Unione Europea“.

In mattinata Zelensky ha sentito anche il cancelliere Scholz: «abbiamo sottolineato che tutti gli autori di crimini di guerra devono essere identificati e puniti – spiega il presidente ucraino – abbiamo anche discusso delle sanzioni anti-russe, della difesa e del sostegno finanziario all’Ucraina».

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/EPA/UKRAINIAN PRESIDENTIAL PRESS SERVICE

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