Ucraina: condivisa bozza di accordo con Stati garanti della pace

Scholz su invio di armi ed embargo energetico: “azioni affrettate e solitarie della Germania sarebbero discutibili”

«C’è ancora molto lavoro da fare. Gli occupanti sono ancora sulla nostra terra e ancora non riconoscono l’apparente fallimento della loro cosiddetta operazione. Dobbiamo ancora combattere e dirigere tutti gli sforzi per cacciare gli occupanti. E lo faremo». Si apre con questo appello di speranza la domenica del primo maggio di Zelensky.

Il presidente ucraino ha incontrato a Kiev la speaker della Camera degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, insieme a una delegazione del Congresso alla quale hanno preso parte i deputati Jason Crow, Jim McGovern e Adam Schiff.

«Crediamo di essere in visita per ringraziarvi della vostra lotta per la libertà. Siamo su una frontiera della libertà e la vostra lotta è una lotta per tutti. Il nostro impegno è essere lì per voi fino a quando la battaglia non sarà finita» ha dichiarato Pelosi in merito alla visita, che non era stata annunciata.

Il ministro degli Esteri ucraino Kuleba è poi intervenuto anche sul processo negoziale in corso. In un’intervista a Xinhua, dopo aver chiesto alla Cina di assumere il ruolo di mediatore (qui), ha ribadito che “l’unico modo per garantire ordine e stabilità a lungo termine in Ucraina è ripristinare la sovranità su tutto il suo territorio entro i confini internazionalmente riconosciuti“.

Kuleba ha avuto un colloquio anche con Blinken, per suggellare quanto stabilito nell’incontro della scorsa settimana. Il segretario di Stato Usa lo ha aggiornato sui piani per il ritorno in Ucraina dei diplomatici statunitensi.

Intanto, l’aviazione svedese ha individuato un aereo militare russo nello spazio aereo del Paese, nel mar Baltico, vicino all’isola di Bornholm. Il ministro della Difesa ha dichiarato questa violazione “inaccettabile e non professionale”; un episodio simile era già accaduto a inizio marzo.

Per una medesima violazione dello spazio aereo straniero, questa volta danese, il ministro degli Esteri di Copenaghen ha convocato per domani l’ambasciatore russo: “è totalmente inaccettabile e particolarmente inquietante nella situazione attuale“.

Anche fra gli alleati si manifestano delle tensioni; in questi giorni il cancelliere tedesco Scholz è stato al centro di diverse pressioni, interne e internazionali, sull’invio di armi pesanti a Kiev e sull’embargo Ue alle importazioni energetiche della Russia.

Decisioni che il cancelliere starebbe ancora valutando, ad esempio aprendo all’invio di carri armati Gerard, ma mostrando una certa riluttanza su armi più pesanti. Così, Scholz prende tempo e rilancia un’azione coesa degli Alleati: “azioni affrettate e solitarie della Germania sarebbero discutibili“.

Nell’ambito della mediazione in corso, il responsabile per la politica internazionale polacca Jakub Kumoch ha ribadito che “il presidente e il governo hanno deciso che la Polonia non si sottrarrà alla sua responsabilità” come garante della sicurezza dell’Ucraina in un eventuale negoziato di pace con la Russia.

Come riferito da Kumoch, in questi giorni è stata diffusa la bozza di una proposta di accordo, condivida con gli Stati garanti che hanno già offerto la propria disponibilità a intervenire nella mediazione, fra cui Polonia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Francia e Turchia. «Non c’è posto per un Chamberlain» ha chiarito duramente il diplomatico polacco, facendo riferimento alle politiche acquiescenti del premier britannico nella Seconda Guerra Mondiale.

L’ambasciatrice britannica Melinda Simmons nel frattempo è tornata a Kiev, “assolutamente il posto giusto dove stare“.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/FERMO IMMAGINE

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