Lavrov fa discutere, Naftali: “parole gravi”

Erdogan: nuovi colloqui in settimana con Putin. Presto Biden a Kiev. Teatro Bolshoi cancella spettacoli di registi che criticano guerra

Secondo il numero due del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitri Medvedev, l’Italia potrebbe essere a rischio blacklist da parte di Kiev: «attenzione, anche i presidenti e i primi ministri d’Italia, Francia, Germania e altri Paesi sono sospetti». L’ex presidente sul suo canale Telegram ha dedicato un post a quelli che chiama “i nuovi nemici dell’Ucraina”. «È chiaro che per Kiev ci sono sempre poche armi, troppo pochi mercenari e denaro – ha scritto Medvedev – gli avidi leader europei non vogliono sborsare la giusta cifra. Non apprezzano l’Ucraina, che è in prima linea nella lotta contro la tirannia del mondo russo». 

La visita del presidente Usa Joe Biden a Kiev è “solo questione di tempo”: parola di Washington, dopo l’annuncio che la first lady Jill Biden visiterà i profughi tra Romania e Slovacchia a partire da giovedì.

Intanto il presidente turco Erdogan ha dichiarato di aver intenzione di parlare con il capo del Cremlino Vladimir Putin questa settimana. Erdogan ha espresso la speranza che vengano presi provvedimenti concreti ad Ankara o a Istanbul per risolvere la crisi in Ucraina.

Da Israele è arrivata dura la condanna per le parole di Lavrov su Hitler e gli ebrei (leggi qui): il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid pretende le scuse e convocherà l’ambasciatore russo dopo che il ministro degli Esteri russo ha paragonato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ad Adolf Hitler, sostenendo che anche il Fuhrer fosse ebreo. Lapid ha definito le parole di Lavrov “imperdonabili, oltraggiosi e un errore storico“.

«Il ministro degli esteri russo Lavrov non è riuscito a nascondere l’antisemitismo profondamente radicato delle elite russe. I suoi atroci commenti offendono il presidente ucraino Zelensky, l’Ucraina, Israele e il popolo ebraico. Più in generale, dimostrano che oggi la Russia è piena di odio verso altre nazioni», è la risposta a mezzo Twitter del ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba.

Anche il premier Naftali Bennett ha definito ‘gravi’ le affermazioni del ministro degli esteri Serghei Lavrov e ha chiesto che si “smetta immediatamente di ricorrere alla Shoah del popolo ebraico come strumento per polemiche politiche”.

Stamattina la speaker della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi ha incontrato oggi a Varsavia il presidente polacco Andrzej Duda, per discutere di un ulteriore sostegno all’Ucraina.

Il presidente della Duma Volodin ha dichiarato oggi che “tutti i capi di Stato dei Paesi che forniscono armi all’Ucraina devono essere consegnati alla giustizia come criminali di guerra”. Tramite il suo canale Telegram il presidente della camera bassa del Parlamento russo ha sottolineato che «i leader degli Stati europei guidati dalla Germania possono trascinare i loro popoli in enormi problemi. Essi diventano parte del conflitto fornendo armamenti all’Ucraina. Tutti i capi di Stato che hanno deciso di fornire armi si sono sporcati e devono essere portati davanti alla giustizia come criminali di guerra».

Secondo il Financial Times, questo unitamente alla condanna italiana della guerra ha messo fine all’amicizia di lungo corso tra Mosca e Roma. Secondo il quotidiano britannico, “il nuovo e duro approccio dell’Italia del premier Mario Draghi rispetto alla Russia segna uno dei più grandi cambiamenti di politica estera in Europa da anni”.

Il primo ministro indiano Narendra Modi è in missione in Europa per tre giorni. Visiterà Germania, Danimarca e Francia e al centro degli incontri ci sarà la questione Ucraina. New Delhi che importa gran parte del suo equipaggiamento militare dalla Russia, ha chiesto solo la fine immediata delle ostilità, senza mai condannare l’invasione.

Durante un comizio in Nebraska, Trump ha affermato che se lui fosse stato ancora alla Casa Bianca il presidente russo Vladimir Putin “non avrebbe mai invaso” l’Ucraina. “Putin ha visto la debolezza, ha visto l’incompetenza” nell’amministrazione Biden, ha dichiarato.

In Russia il Teatro Bolshoi di Mosca ha cancellato gli spettacoli diretti da due registi russi che avevano criticato pubblicamente l’invasione dell’Ucraina.

di: Micaela FERRARO

FOTO: ANSA/EPA/SHAWN THEW

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