
La Svezia aprirà una riflessione interna sull’ingresso nella Nato: “questione difficile, serve analisi approfondita”
Non solo armi e sanzioni: la guerra in Ucraina si combatte anche nei Tribunali. La procuratrice generale ucraina ha confermato oltre 9mila casi di crimini di guerra indagati nel Paese e imputati alle forze russe.
«Abbiamo già identificato criminali di guerra. Ci sono per esempio 15 persone nella regione di Kiev, 10 delle quali a Bucha. Le riteniamo responsabili di tortura, stupro e saccheggio» ha dichiarato.
Dal palco del concerto del primo maggio a Roma, anche il portavoce italiano Amnesty International Riccardo Noury ha ribadito l’impegno per consentire a un tribunale di giudicare i crimini di guerra: «stiamo raccogliendo le prove per fare in modo che chiunque sia ritenuto responsabile, che si chiami Putin, che si chiami Zelensky, che si chiami Pinco Pallino, subisca un processo e risponda dei crimini che ha commesso durante il conflitto».
Intanto, nel corso del loro incontro a Kiev (leggi qui), Zelensky ha consegnato alla speaker della Camera Nancy Pelosi una medaglia dell’Ordine della principessa Olga. Si tratta di un riconoscimento conferito alle donne che ottengono grandi successi nella politica e nella società.
L’onorificenza ricorda la prima donna regnante del Kievan Rus, il primo stato slavo dell’est (fra il nono e il13esimo secolo). Pelosi è stata insignita della medaglia per il suo “significativo contributo personale” al rafforzamento dei rapporti diplomatici fra Usa e Ucraina.
Un altro delicato nodo diplomatico riguarda l’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia. I due Paesi si sono già detti interessati ad entrare fra i Paesi dell’Alleanza atlantica, ma la questione è tutt’altro che immediata.
Lo conferma anche il primo ministro svedese Magdalena Andersson: «Siamo rimasti non allineati durante 200 anni e questo ci è stato utile. Una decisione non deve essere presa alla leggera» ha dichiarato oggi.
La presentazione della candidatura per la Nato “richiede un’analisi approfondita” su “quel che è meglio per la Svezia. Se cambiare percorso oppure no: in ambo i casi si tratta di una scelta e nessuna delle due è semplice o senza rischi“.
Il partito socialdemocratico della premier finora si è detto contrario all’ingresso della Svezia nella Nato ma ha confermato che esprimerà la propria posizione finale il prossimo 24 maggio.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/TWITTER/ZELENSKY