Sicilia, mobilitazione nazionale

Il meridione colpito dalle fiamme, in arrivo aiuti da altre Regioni dopo il Dpcm di Draghi

Dopo la Sardegna (ne abbiamo parlato qui), questa volta è la Sicilia ad essere tormentata dalla fiamme. Da oltre 48 ore sull’isola, nessuna provincia esclusa, i roghi spesso dolosi e alimentati dal caldo torrido che ha colpito il Sud Italia in questi giorni lasciano dietro di loro distruzione. Particolarmente colpiti il palermitano, il catanese e l’ennese. Nel frattempo dalla Protezione Civile arriva l’annuncio di aiuti provenienti da altre Regioni. Ma Fabrizio Curcio spende parole dure nei confronti della gestione siciliana: «non entro nelle polemiche soprattutto quando c’è da lavorare e risolvere un problema – ha detto. – È evidente che la responsabilità della macchina di contrasto agli incendi boschivi è chiaramente regionale e ogni Regione si organizza in base alla propria disponibilità, risorse organizzative».

L’intervento della Protezione Civile arriva dopo che ieri sera, a seguito della richiesta del governatore siciliano, il premier Mario Draghi ha firmato il Dpcm con la dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale del sistema di protezione civile. «Il Dipartimento di Protezione Civile – si legge in una nota – è dunque al lavoro per coordinare l’invio di volontari, delle organizzazioni nazionali e delle colonne mobili regionali, che opereranno a supporto delle attività di spegnimento dei roghi. Questa mattina si è svolta una riunione di aggiornamento durante la quale è stata confermata la partenza per la Sicilia, nella giornata di oggi, di squadre provenienti da Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e dalle province autonome di Trento e Bolzano».

Tutto il meridione è tenuto in scacco dalle fiamme mentre gli interventi svolti dai vigili del fuoco nelle ultime 24 ore sono stati oltre 800: 250 in Sicilia, 130 in Puglia e Calabria, 90 nel Lazio e 70 in Campania. Nell’aeroporto di Catania sono stati sospesi tutti i voli in arrivo e in partenza per agevolare il lavoro degli elicotteri dei Vigili del Fuoco. Nel catanese il rogo ha avuto inizio alla periferia del capoluogo, tra il rione Fossa della creta e via Palermo. Moltissime le famiglie costrette a lasciare le loro abitazioni, invase dalle fiamme. Sull’asse dei servizi il traffico è stato bloccato in via precauzionale mentre il fuoco non ha lasciato scampo allo stabilimento balneare Le Capannine del lungomare della Plaia. Nelle due zone di mare della città, i villaggi Primosole e Azzurro, circa 150 persone, rifugiatesi sulla spiaggia e rimaste bloccate, sono state salvate dai mezzi navali e dalla Capitaneria di porto con gommoni e motovedette. Ora verranno ospitate nel Palazzetto dello sport di piazza Spedini messo a disposizione dal Comune.

Circa 15 incendi sono stati segnalati nel palermitano, nella zona fra Paternò, Ragalna e Biancavilla, e altri 14 nel Calatino. Nella notte pompieri e forestali hanno lavorato duramente per spegnere le fiamme tra Piana degli Albanesi, Strasatto Altofonte e San Giuseppe Jato. Diverse le famiglie evacuate per precauzione. Sul capoluogo, nel frattempo, piove cenere: il “sacrario” di Portella della Ginestra è ricoperta di polvere nera mentre le fiamme hanno annerito il memoriale che ricorda l’eccidio del maggio 1947 e i nomi delle vittime.

Sopra Portella bruciano anche il monte Pelvet e le montagne intorno alla Piana. Ingenti danni alla vegetazione si contano anche a Misilmeri, nella zona del Castello dell’Emiro. Al Lido di Noto, in provincia di Messina, i vigili del fuoco hanno lottato contro le alte temperature e il vento caldo per domare le fiamme dell’incendio a ridosso delle abitazioni. Un principio di fiamme nella zona di Priolo, sulla ex strada statale 114, è stato subito tenuto sotto controllo dai volontari della protezione civile, a Floridia, in prossimità dei monti Climiti, ed anche nella Valle dell’Anapo. Mentre un vasto rogo minaccia la diga Ancipa a Troina, nell’ennese. A rischio gli allevamenti di bestiame della zona. Si prova a fronteggiare con un elicottero, l’incendio che sta divorando i boschi di Piazza Armerina. Dalla Furma alla Ronza è tutto in fumo. Difficili gli interventi da terra resi ancora più complessi dal vento.

Nel frattempo il presidente della Regione Nello Musumeci invoca a gran voce il carcere a vita per gli autori degli incendi dolosi: «come purtroppo temevamo, a causa delle altissime temperature che già da ieri stiamo registrando in Sicilia, l’Isola è aggredita da incendi di vasta estensione, alcuni dei quali veramente gravi per la devastazione che ne consegue – ha dichiarato. – Una situazione resa ancor più tragica dalla rinnovata azione dei piromani che, come accertato dalle indagini degli inquirenti, appiccano scientificamente il fuoco in più punti causando danni irreversibili al patrimonio boschivo e mettendo a rischio persino l’incolumità delle persone. Si tratta di criminali che, lo ribadiamo, meriterebbero il carcere a vita per azioni scellerate che cancellano identità e storia del nostro territorio, come è accaduto ieri a Portella della Ginestra e Piana degli Albanesi» – ha aggiunto, dichiarandosi vicino alle persone in questo momento sfollate e in difficoltà e chiedendo che vengano messe in atto tutte le misure da allerta rossa per contenere quanto più possibile le fiamme e i conseguenti danni.

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA

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