Sono queste le prospettive avanzate dagli Stati Uniti dopo che i talebani hanno conquistano il decimo capoluogo, Ghazni
I talebani si trovano ora a soli 150 chilometri da Kabul, Afghanistan. Dopo la temibile avanzata (leggi qui), i militanti dello Stato Islamico hanno conquistato Ghazni, il decimo capoluogo di provincia caduto nelle loro mani in una sola settimana. «Hanno preso il controllo di aree chiave della città: l’ufficio del governatore, il quartier generale della polizia e la prigione» – ha reso noto Nasir Ahmad Faqiri, capo del consiglio provinciale di Ghazni.
Afp, inoltre, ha riportato quanto reso noto dal consigliere provinciale, Amruddin Wali, ovvero che centinaia di soldati afghani che si erano ritirati vicino all’aeroporto di Kunduz, dopo la caduta della città, si sono arresi ai talebani. «Stamattina centinaia di soldati, poliziotti e membri delle forze di resistenza si sono arresi ai talebani con tutto il loro equipaggiamento militare» – ha spiegato Wali.
Nel frattempo negli Stati Uniti e in Europa si nasconde ormai una malcelata paura di fronte all’irrefrenabile avanzata dei talebani. Le forze di sicurezza afghane si possono dire ormai totalmente disintegrate, tanto che si prospetta la caduta di Kabul entro 90 giorni, se non nel giro di un mese. A dare l’allarme è l’amministrazione Biden, poco dopo aver prospettato la cadura della capitale in un periodo di tempo tra i 6 e i 12 mesi.
Il presidente continua a dirsi non pentito della scelta di ritirare le forze militari Usa dal Paese, ponendo così fine ad una guerra che dura da 20 anni. E ricorda che, in queste due decadi, gli Stati Uniti hanno speso 1.000 miliardi di dollari per addestrare e armare le forze di sicurezza di Kabul, senza contare il costo pagato in vite umane. Ma tra i vertici del Pentagono e delle forze armate serpeggiano i malumori per quella che è stata vista come un’imprudenza da parte della Casa Bianca che potrebbe portare a conseguenze difficilmente prevedibili, trasformandosi di fatto in un boomerang senza precedenti.
Il Dipartimento di Stato, nel frattempo, sta aggiornando il piano di evacuazione dell’ambasciata di Kabul dove presto potrebbe rimanere solamente il personale essenziale tra diplomatici e staff. Oltre agli uomini addetti alla difesa della sede diplomatica, gli unici militari americani destinati a restare sul suolo afghano dopo il completo ritiro di fine mese.
Bruxelles, inoltre, teme un’ondata pari a quella del 2015 di rifugiati afghani in Europa. Ma è polemica con le varie capitali divise sul destino di migliaia di persone che fuggono dalla guerra e dalla vendetta dei talebani. Nelle ultime ore anche l’Olanda ha deciso di sospendere i rimpatri dei migranti introducendo una moratoria di 6 mesi. Una retromarcia, visto che solo ieri i Paesi Bassi, con Germania, Austria, Danimarca, Belgio e Grecia avevano scritto una lettera alla Commissione europea, per chiedere di proseguire con i rimpatri.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA