Pre Cop26, Cingolani: “spero sia svolta storica”

Presidente Cop26, Alok Sharma: “ho fiducia in un risultato positivo”

Si è conclusa questa mattina la Pre Cop26 di Milano, l’evento che insieme allo Youth4Climate ha preceduto la Cop26 di Glasgow di novembre (leggi qui).

I 50 ministri dell’Ambiente che si sono riuniti si sono trovati d’accordo sulle parole del presidente della Conferenza delle parti, Alok Sharma: «occorre fare di più per mantenere il riscaldamento sotto 1,5 gradi, aumentare gli impegni degli Stati per la de carbonizzazione, garantire il fondo per il clima da 100 miliardi di dollari ai Paesi in via di sviluppo e andare avanti con il libro delle regole sull’Accordo di Parigi».

Sharma, inoltre, ha spiegato come tutti i 34 Paesi visitati negli ultimi 8 mesi, Cina compresa, “hanno detto che vogliono che la Cop26 sia un successo“. «C’è un riconoscimento generale che il cambiamento climatico non ha confini. Sono fiducioso in un risultato positivo. La scienza ci dice che, per mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, al 2030 dovremmo ridurre del 45% le emissioni di gas serra rispetto al 2010. Ma con gli Ndc attuali, avremmo invece un aumento del 16% delle emissioni al 2030. Il nostro obiettivo è ridurre le emissioni di carbonio, ma la transizione deve essere equa. I lavoratori del settore delle fossili devono avere sostegno e trovare nuovi posti di lavoro. I Paesi del G7 hanno garantito l’abbandono del carbone entro il 2030. Per gli altri Paesi, l’obiettivo potrebbe essere al 2040. I Paesi del G7 e il Brasile si sono impegnati al 2050, la Cina al 2060 – ha aggiunto in merito all’obiettivo di zero emissioni nette di gas serra, concludendo – il 70% delle economie mondiali ha target di neutralità climatica. Fino a qualche anno fa era solo il 30%».

Al vertice ha partecipato anche il vice presidente della Commissione europea, Frans Timmermans, secondo il quale i cambiamenti climatici rappresentano “la più grande minaccia per l’umanità” e occorre quindi “cambiare radicalmente e velocemente“. «Bisogna mitigare l’aumento delle temperature. Non ci devono essere dubbi che stiamo lottando per la sopravvivenza della specie umana. Il nostro dovere in vista della Cop 26 di Glasgow è di convincere altri Paesi a farlo. Sarei molto stupito – ha aggiunto – se ci fosse ancora una consistente industria del carbone oltre il 2040 nel mondo».

Dal fronte italiano, il ministro italiano della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha spiegato che si cercherà di disincentivare “qualsiasi investimento in ricerca ed estrazioni di fossili”, anche se “è impossibile raggiungere subito zero investimenti, perché la transizione implica che per un certo lasso di tempo ci sarà coesistenza tra rinnovabili e fossili. Ma la strada è ben chiara“. Il ministro ha poi assicurato: «entro fine anno saranno aperte nuove pipeline e avremo una riduzione del prezzo del gas. Ma rimaniamo sulla strada dell’uscita dal gas. Le bollette aumentano all’80% per l’aumento del prezzo del gas e al 20% per quello del carbonio. Non si può dire che la transizione energetica aumenti il costo dell’energia. Vogliamo uscire dal gas e servono investimenti sulle rinnovabili».

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA

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