
Sul tema è intervenuto anche il sottosegretario Enzo Amendola
«Fermo, fermissimo sostegno alla Commissione europea nell’azione che sta facendo – così il premier Mario Draghi ha commentato la posizione dell’Italia in merito scontro di ieri tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki (ne abbiamo parlato qui). – La Commissione sta reagendo con fermezza».
Draghi, intervenuto questa mattina in Senato per la comunicazione al Parlamento in vista del prossimo Consiglio europeo (leggi qui), ha anche detto che tra i temi che verranno affrontati ci sarà “come si affronta la sfida all’integrità europea che viene dalle sentenze di corti costituzionali nazionali che rivendicano la primazia sulla Corte di giustizia europea“.
In merito al dibattito a Strasburgo, con riferimento allo stato di diritto in Polonia e alla sentenza della Corte costituzionale polacca sui trattata Ue, questa mattina è intervenuto anche il sottosegretario con delega agli Affari europei, Enzo Amendola. «Nessuno perde sovranità in Europa – ha detto, – ma c’è una sovranità condivisa attraverso la discussione delle leggi comuni. Non c’è nessun organismo a Bruxelles che detta le leggi ai Paesi, le facciamo tutti insieme. Non c’è alcuna sovranità violata, l’Ue dà forza, risorse e possibilità a tutti quanti per essere più forti e avere una sovranità nazionale più forte. Nessuno a Bruxelles detta il destino dei popoli».
Amendola ha poi voluto ricordare che è in corso una procedura della Commissione europea contro alcune leggi polacche “che mettono a rischio l’indipendenza della magistratura“. «Uno dei valori che tutti noi abbiamo condiviso. Vivendo in un mercato unico, l’indipendenza della magistratura è una garanzia per tutti quanti. La procedura andrà avanti e la Polonia deve rispondere».
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/EPA