Crisi al confine polacco: trovato migrante morto

Vladimir Putin ha escluso ogni responsabilità della Russia sugli eventi, sostenendo invece che a causarli siano stati i Paesi occidentali. Punta il dito sulle questioni umanitarie

Si registra la prima vittima della crisi sui migranti al confine polacco con la Bielorussia (ne abbiamo parlato qui). Si tratta di un migrante siriano di 20 anni, trovato morto in una foresta nei pressi del villaggio Wolka Terechowska, sul versante polacco della frontiera.

A rinvenire il corpo, stando a quanto riferito dal Guardian, è stata la polizia dietro segnalazione di un lavoratore forestale. Restano da accertare le cause del decesso.

Nel frattempo, per Vladimir Putin le azioni della Polonia andrebbero in contraddizione con gli ideali umanitari dell’Europa. In un’intervista televisiva ha affermato: «abbiamo sempre sentito dire che le questioni umanitarie dovrebbero essere messe in primo piano. Ma quando, al confine tra Bielorussia e Polonia, le guardie di frontiera polacche e i militari ora picchiano questi potenziali migranti, sparano sopra le loro teste, le sirene si accendono di notte nei loro luoghi dove ci sono bambini e donne agli ultimi mesi di gravidanza, allora in qualche modo questo non si adatta alle idee di umanesimo che pare siano alla base dell’intera politica dei nostri vicini occidentali».

Putin, inoltre, ha risposto alle accuse mosse dall’Ue, sottolineando che la Russia “non ha nulla a che fare” con quanto sta succedendo. Ha rilanciato, invece, sostenendo che le organizzazione criminali impegnate nel traffico di esseri umani avrebbero sede “in Europa” e ancora: «non dobbiamo dimenticare da dove vengono le crisi legate ai migranti, la Bielorussia non è lo scopritore di questi problemi. I problemi sono stati creati dai Paesi occidentali».

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA/LEONID SCHEGLOV/BELTA

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