Ex leader della Cgil dal 2002 al 2010, ex segretario del PD, si è spento a seguito di complicazioni cliniche
Deputato di Liberi e Uguali, Guglielmo Epifani ci ha lasciato all’età di 71 anni. Secondo quanto dicono i media, è stato colpito circa una settimana fa da un’embolia polmonare e a causa dell’aggravarsi del quadro clinico, è deceduto nella giornata di ieri, 7 giugno.
Classe 1950, Guglielmo Epifani nasce a Roma da genitori di origine campana. Laureato in filosofia con una tesi su Anna Kuliscioff, poco dopo comincia la sua carriera come dirigente sindacale con l’incarico di segretario generale aggiunto della categoria dei lavoratori poligrafici e cartai. E’ stato vice di Bruno Trentin sindacalista e partigiano italiano, e successivamente di Sergio Cofferati, sindacalista e politico italiano, ex Europarlamentare. Subentrato a Cofferati come segretario generale, il primo socialista a ricoprire questo ruolo, nel 2002 annuncia al congresso della Cgil la decisione di remare contro la riforma dell‘articolo 18 voluta dal governo Berlusconi, finalizzata a modificare le condizioni di licenziamento dei lavoratori dipendenti e non.
Dall’11 maggio 2013 al 15 dicembre 2013 viene eletto come segretario del Partito Democratico a seguito dell’addio di Pierluigi Bersani. Nel 2017 abbandona il partito per i disaccordi interni per la linea attuata dal suo successore, Matteo Renzi, soprattutto a causa delle norme del Jobs Act. Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 è candidato nella lista Liberi e Uguali e viene rieletto alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Sicilia 2, entrando a far parte della XVIII legislatura.
Epifani è stato certo una figura chiave nella storia italiana: un sindacalista capace di intrattenere milioni di persone chiamate in piazza contro il governo Berlusconi, senza però perdere equilibrio e compostezza. Mario Draghi lo definisce come “un esempio di impegno al servizio dei deboli“. Caloroso il ricordo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ne mette in risalto “la visione riformista e le qualità di dirigente impegnato, sempre attento agli interessi dei lavoratori“. A Montecitorio era sempre in prima linea, pronto a confrontarsi con i parlamentari di destra e con i suoi compagnia, riferendosi sia a quelli del suo ex partito che del nuovo partito. Anche Matteo Renzi lo ricorda con affetto. «Il sindacato e la politica italiana perdono un signore – ha detto. – Un signore che si dimostrava tale anche e soprattutto quando capitava di non essere d’accordo con lui». Immancabile il commento di Sergio Cofferati, che lo definisce “una persona dolce e nel contempo assai determinato nell’affrontare anche le situazioni più difficili“.
Epifani era un grandissimo amante della musica, soprattutto quella Jazz, ma anche della poesia, in particolare Boudelaire era il suo poeta preferito. Non solo: anche l’arte era il suo forte, principalmente di stampo pittorico-contemporaneo. Della sua vita privata è nota la sua forte passione per i viaggi, insieme alla moglie e all’amore per il vino, tanto che nei suoi tour per l’Italia, i colleghi della Cgil lo accompagnavano sovente a visitare le cantine dei produttori locali.
Una storia umana e sindacale di un leader, il portavoce e il difensore dei diritti dei più deboli. Una persona che guardava alla storia per un futuro migliore, fatto di garanzie e certezze, in particolare per gli eredi del nostro Paese: i giovani.
di: Federico ANTONOPULO