Coprifuoco

Mario Draghi e il Recovery Plan hanno ottenuto l’approvazione di Camera e Senato. Scontri sul coprifuoco mentre Fratelli d’Italia propone la sfiducia a Speranza

Che Mario Draghi godesse della fiducia del Parlamento italiano e di tutto il Paese era cosa fuori di dubbio. Ora, senza particolari sorprese, arriva la prima grande conferma.

Nei giorni scorsi il premier, chiamato dal Presidente Mattarella a risanare l’Italia dopo la crisi dovuta alla pandemia di Covid-19, ha presentato alla Camera dei Deputati e al Senato il Recovery Plan, ottenendo l’approvazione con larga maggioranza.

«Sbaglieremmo tutti a pensare che il Pnrr pur nella sua storica importanza sia solo un insieme di progetti, di numeri, scadenze, obiettivi. Nell’insieme dei programmi c’è anche e soprattutto il destino del Paese. Metteteci dentro le vite degli italiani, le attese di chi ha sofferto la pandemia, l’aspirazione delle famiglie, le giuste rivendicazioni di chi non ha un lavoro o di chi ha dovuto chiudere la propria attività, l’ansia dei territori svantaggiati, la consapevolezza che l’ambiente va tutelato e rispettato» – con queste parole Draghi ha esordito alla Camera lo scorso 26 aprile. Parole che hanno fatto breccia nei cuori di 442 deputati favorevoli al Piano così come presentato. Ora, entro il 30 aprile, il Recovery Plan dovrà essere consegnato alla Commissione Ue per ottenere i tanto agognati fondi europei.

La votazione si è conclusa, dunque, con la maggioranza a favore, contro i 51 astenuti di Fratelli d’Italia e i 19 contrari di Azione Cattolica.

Con l’okay della Camera, Draghi e il Pnrr si sono spostati a Palazzo Madama: anche lì il Recovery Plan ha ottenuto 224 voti a favore. Non sono mancati astenuti e contrari, rispettivamente 16 e 21, sempre interni agli stessi gruppi politici.

Sull’astensione dei Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni si è espressa così: «un partito serio non vota un piano così in assenza di risposte e non accetta il metodo di un piano chiuso per mesi nel cassetto e poi sottoposto al voto con un prendere o lasciare, e per questo noi dobbiamo astenerci adesso da ogni giudizio e quando sarà compiuto il nostro giudizio, le garantisco presidente che sarà libero e non viziato da interessi di parte». Affermazione a cui Draghi ha prontamente risposto. «Indubbiamente i tempi erano ristretti ma la scadenza del 30 aprile non è mediatica, è che se si arriva prima si avranno i fondi prima. La Commissione andrà sui mercati a fare la provvista per il fondo a maggio, poi la finestra si chiuderà nell’estate: se si consegna il piano subito si avrà accesso alla prima provvista sennò si andrà più avanti».

Tra i destinatari dei fondi europei, come esposto dal premier, ci saranno gli enti locali, il Superbonus, la banda ultra larga, le infrastrutture e l’alta velocità, la riforma del fisco, la riforma degli appalti.

Nel frattempo la vera sfida politica, dopo le recenti riaperture, si combatte sul terreno del coprifuoco. Ieri sera la Camera ha respinto l’ordine del giorno proposto da Fratelli d’Italia per l’abolizione totale del coprifuoco. «Le mozioni prima le leggo, poi le commento, lasciano il tempo che trovano. Se si apre o se si chiude lo decide il governo, non gli ordini del giorno» – aveva commentato il leader della Lega, Matteo Salvini, prima della votazione, schierandosi allo stesso tempo con le affermazioni della deputata Gelmini. – «Non puoi dire a un barista o a un ristoratore ‘torna a lavorare a cena, ma alle 21.59 fai alzare chi si sta bevendo il caffè’. Il buonsenso va oltre il decreto e quindi se c’è un decreto che prevede il lavoro anche la sera, lasciamo lavorare questa gente che se lo merita. Non ha più senso scientifico, medico, sanitario, morale, culturale e sociale chiudere in casa 60 milioni di italiani in casa dopo le 22. Non è un capriccio della Lega» – ha proseguito Salvini, – «lo chiedono tanti sindaci, governatori e imprenditori, anche del Pd. L’obiettivo della Lega è portare l’intero governo entro i prossimi giorni a stabilire che con protocolli di sicurezza tutti hanno diritto di tornare al lavoro sia al chiuso che all’aperto e che quella gente può farsi due passi anche alle 22.30».

Abolizione del coprifuoco, dunque, no. Ma la maggioranza ha raggiunto un compromesso. Le diverse spinte – tra il centrodestra che insiste nel ritoccare il limite e PdLeu e parte del M5s che, invece, sono favorevoli a mantenerlo – si sono incontrate nell’impegno di valutare i dati epidemiologici e lo stato della campagna vaccinale a maggio e considerare di conseguenza un ulteriore allentamento delle restrizioni. La proposta sarebbe stata avanzata dalla nuova capogruppo del Pd, Debora Serracchiani.

In mattinata, infine, si aprirà in Senato la discussione sulla mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Salute Roberto Speranza, presentata da Fratelli d’Italia. Gli scontri interni alla coalizione di centrodestra, tuttavia, come riferito da fonti interne alla maggioranza, difficilmente potrebbero portare ad una votazione favorevole da parte della Lega. «Prima di decidere su come votare» – ha dichiarato Salvini – «vorrei farmi una chiacchierata con il sottosegretario Sileri, persona che stimo enormemente di cui ho grande fiducia, per chiedergli come ha vissuto, come ha lavorato e come sta lavorando con Speranza». Un eventuale sì alla sfiducia al ministro scelto da Draghi escluderebbe nei fatti la Lega dal governo. Risultato che Salvini si guarda bene dal raggiungere.

di: Alessia MALCAUS

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